Solo due giorni fa durante il convegno “Nessuno escluso” a Brescia l’A.D. di Banca Intesa dr. Messina affermava: …(omissis)
“daremo aumento stipendio già entro 2023, la nostra Banca riconoscerà ai propri dipendenti gli aumenti di stipendio, oggetto di trattative tra Abi e Sindacati (435 euro medi) già entro il corrente trimestre. La gran parte delle persone che lavorano in banca hanno uno stipendio dignitoso che viene toccato dall’inflazione, io sono totalmente a favore degli aumenti di stipendio delle persone che lavorano in banca. Le nostre persone possono essere certe, che indipendentemente dalla trattativa nazionale, di contare sia sull’aumento di stipendio sia sul ripristino di calcolo del TFR già in questo trimestre.”
Queste dichiarazioni non potranno non essere tenute in considerazione da ABI nella trattativa in corso per il rinnovo del CCNL. Banca Intesa ha già un sistema di welfare interno dove ad OGNI dipendente del gruppo vengono erogati oltre 1.000 euro pro-capite. Anche nel nostro gruppo vengono erogate queste cifre ma solo per pochi dipendenti e per una parte di pensionati.
Per sanare queste iniquità, stiamo da mesi tentando di aprire una trattativa sia sul Vap (premio aziendale 2024) sia sulle armonizzazioni dei contributi assistenziali e previdenziali ma siamo alle prese con un Azienda-anguilla che cerca, in ogni modo, di evitare qualsiasi confronto con le OO.SS che abbia un qualsivoglia risvolto economico. Nel frattempo, dopo sette anni, si continua a sostenere con protervia un welfare aziendale ad personam.
La trattativa (si fa per dire) non inizia mai, ogni volta una scusante, (la più gettonata è appunto quella del costo del rinnovo del CCNL, quello che Banca Intesa ha risolto con le affermazioni sopra riportate del loro A.D.) senza contare il piagnisteo sulla tassazione degli extraprofitti delle banche e via dicendo.
Per il nostro gruppo, che nel 2023 conseguirà sicuramente un utile ben superiore al miliardo di euro, non ci sono mai soldi per i dipendenti.
DUE MONDI, DUE FILOSOFIE, DUE BANCHE.
C’è chi pensa anche a coloro che contribuiscono ai risultati del gruppo, cioè ai propri dipendenti con i fatti, c’è chi invece, come nel nostro caso, pensa solo al benessere di pochi e continua ad ignorare l’esistenza di iniquità e disparità le cui soluzioni non sono più rinviabili.
Queste OO.SS ritengono non più procrastinabili le soluzioni su queste tematiche, i problemi non si risolvono negandosi al confronto o prendendo continuamente tempo sperando che le conflittualità interne all’azienda si risolvano da sole. I risultati conseguiti da TUTTI, ma soprattutto dai dipendenti, meritano rispetto e risposte adeguate.
Milano, 30 ottobre 2023
COORDINAMENTI GRUPPO BANCO BPM
FABI- FIRST CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN