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A Punto e a Capo, trasmissione  condotta da Giovanni Palisto su Cremona1, Lucia Peveri, Segretaria Generale Uilca Lombardia, è intervenuta sul tema della desertificazione bancaria annunciando la prossima tappa dell’iniziativa nazionale Uilca “Chiusura Filiali? No Grazie!” in Programma il 9-10-11 Maggio in Lombardia.

 

Si registra una vera e propria  fuga delle banche nei comuni italiani, 4 comuni su 10 sono privi di sportelli bancari, il 40% quindi dei comuni italiani non ha più uno sportello, perché ritenete che sia un problema ?

La criticità e’ rappresentata dal fatto che le banche hanno un ruolo sociale trainante nell’economia italiana e non solo a livello nazionale, con la componente che l’abbandono della presenza nei territori , sicuramente non discriminante rispetto al funzionamento dell’economia locale, trascura un elemento relazionale importante cioè “conoscere il territorio”.

La Uilca propone l’iniziativa Nazionale Chiusura Filiali? NO Grazie dal 9 all’11 Maggio, di cosa si tratta?

La nostra è una manifestazione di carattere Nazionale dove siamo partiti in Emilia Romagna a gennaio proseguendo in Veneto e successivamente nelle Marche e in Toscana. La quarta tappa avrà luogo in Lombardia con tre tappe suddivise in tre date, in modo da identificare un’ importanza anche rispetto a un territorio che è trainante economicamente per il Paese e sappiamo anche che la Lombardia è un polo importante per la finanza Italiana e Europea.

Il nostro obiettivo e quello di parlare e confrontarci con Istituzioni, politica e cittadinanza per cercare di capire come stanno vivendo il fenomeno, acquisendo dati da un lato, ma sottolineando anche gli elementi che per noi sono centrali che sono quelli del rapporto fiduciario tra economia locale, clientela e banche.

In Lombardia quanti sportelli sono stati chiusi negli ultimi 5 Anni ?

Negli ultimi 5 Anni parliamo della chiusura di 5000 sportelli, un impatto del 20% circa ( in media 1 su 4 ). In Lombardia si riscontra una media leggermente più alta di quella nazionale e questo può essere un vero campanello d’allarme.

In genere qual’è il criterio che viene adottato per decidere quale filiale chiudere ?

Le banche sono tante e differenti, quindi hanno strategie diverse e motivazioni diverse, solitamente però con un unico denominatore comune rappresentato dalla volontà di indirizzarsi verso un risparmio di costi, per cui uno sportello anche fiorente e redditizio, ma situato in una zona che viene reputata da calcoli algoritmici poco proficua per il futuro, viene chiuso.

Oltre a creare problemi alle persone, La chiusura di una filiale può avere  degli effetti pesanti su un impresa

Siamo un Paese che non ha le grandi industrie, grandi agglomerati, tipo il modello Tedesco tanto per capirci.

Parliamo di piccole e medie imprese, dove viene a mancare un rapporto personale anche di conoscenza dell’imprenditrice o dell’ imprenditore e anche se esistono strumenti digitali, questi non possono sostituire la conoscenza personale dell’andamento di una famiglia o di un’impresa.

E’ chiaro che le aziende devono far profitto, però noi riteniamo che anche l’Italia abbia bisogno di un economia che venga sorretta.

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La Digitalizzazione può portare dei risvolti negativi ?

Tutto deve avvenire in modo da permettere anche alle persone di potersi adeguare ai cambiamenti, il Covid ha accelerato l’utilizzo dell’ Home Banking ma anche i processi di relazione interpersonale , tutto deve avere almeno un minimo di valore umano.

Quello che stiamo osservando , visto che ci sono algoritmi che sono sempre più utilizzati all’interno delle imprese, che il cliente non sempre sa che sta colloquiando con una macchina , però di fatto questo è ciò che avviene.

Le macchine per loro natura sono asettiche lavorano in base a dei dati che qualcuno ha inserito e impostato.

Quindi c’è tutto un ragionamento da fare insieme come parti sociali con la politica, la società civile e le associazioni.

E’ importante che questo meccanismo della digitalizzazione spinta, venga governato da tutti noi insieme, anche per porci a tutela degli interessi dei più fragili, preoccupandoci in questo progresso di non lasciare indietro nessuno.

Per noi anche la clientela deve essere tutelata nella ricerca di poter per esempio scegliere un azienda piuttosto che un altra e nel momento in cui vengono chiusi gli sportelli anche questa opportunità viene meno.

Questa cosa è emersa anche in interviste che abbiamo realizzato di recente in alcuni centri, dove abbiamo parlato anche con la popolazione un po’ più avanti negli anni che lamentava il fatto che, essendo stato il loro territorio completamente desertificato, erano costretti a recarsi altrove in auto,, ma anche a non poter scegliere più di quale banca essere cliente, perché l’azienda era diventata una sola o anche uscire dal mondo delle banche per rivolgersi ad altri competitors che non hanno la stessa caratteristica in quanto non regolamentati da Banca D’Italia

Dall’analisi del centro Studi Uilca Orietta Guerra si evince che il sistema bancario è riuscito a giocare una partita perfetta, minori costi maggiori ricavi e più’ utili, lo studio evidenzia una crescita complessiva del 54,7% dell’utile contabile che si attesta a 14 mialrdi e mezzo rispetto al 2021.

L’anno scorso anche con l’andamento dei tassi le aziende di credito hanno molto beneficiato di questo elemento, il tema vero è come ridistribuire questa ricchezza nel Paese.

Va benissimo che l’imprenditore guadagni, ma l’importante e che di conseguenza tutta la società ne guadagni, in quanto secondo noi c’è qualche elemento che manca, le lavoratrici e i lavoratori da un lato, ma anche la società nella quale viviamo e le banche devono come imprese un ruolo di responsabilità sociale.

Lasciare intere comunità senza le banche vuol dire esporle potenzialmente all’illegalità, condizione che non può essere tollerata in un mondo che ha i guadagni citati in precedenza.

PUNTO E A CAPO Desertificazione bancaria, le iniziative di Uilca

 

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