TOWN HALL DIGIT’Ed 6 maggio 2025
Un intervento che conferma i nostri dubbi. Ora servono risposte, non parole. Abbiamo ascoltato con estrema attenzione l’intervento del CEO durante Town Hall aziendale di oggi.
Un discorso lungo, articolato, apparentemente celebrativo. Ma, al netto delle buone intenzioni dichiarate, ciò che abbiamo colto — e che riteniamo doveroso dire con chiarezza — è un
messaggio confuso, frammentato e per certi versi preoccupante.
Un’identità aziendale che ancora non esiste Il CEO ha impiegato gran parte del tempo per descrivere le origini e le provenienze dei vari gruppi che compongono Digit’Ed. Ci ha ricordato chi arriva da dove, quante sedi ci sono, quante anime diverse convivono. Ma questa continua elencazione ha finito per mostrare esattamente il problema che molti di noi vivono ogni giorno: Digit’Ed, a oggi, non ha un’identità unitaria. È un mosaico disordinato, tenuto insieme più da esigenze organizzative che da un progetto condiviso.
Chi lavora in questa azienda ha bisogno di chiarezza, coerenza e direzione. Non di un collage di nomi e provenienze che servono solo a nascondere la mancanza di integrazione vera.
Tensioni? Incomprensioni? Il CEO le ammette, ma non fa nulla Ci viene detto che “ci sono tensioni”, che “ci sono incomprensioni e frustrazioni”. Bene. Apprezziamo l’onestà. Ma allora domandiamo: dove sono le soluzioni? Dove sono i piani di gestione? Dove sono le misure per affrontare i problemi?
Nel discorso non c’è nulla. Nessuna proposta. Nessun impegno. Nessuna assunzione di responsabilità concreta.
Siamo stanchi di dichiarazioni generiche. La situazione interna richiede azioni immediate, non riflessioni astratte. Silenzio sul futuro = allarme acceso
Ma la parte più grave è l’assenza totale di visione. In un’azienda che ambisce a innovare e crescere, non si può evitare qualsiasi riferimento al futuro. Non si parla di investimenti. Non si parla
di sviluppo. Non si parla di persone.
E allora una domanda sorge spontanea e legittima: Digit’Ed è un progetto in consolidamento o
è già in dismissione? Sta crescendo o si prepara ad essere venduta?
Perché quando il futuro sparisce dal racconto ufficiale, spesso è perché non lo si vuole dire. E noi non siamo disposti ad accettare il silenzio. Ora basta: vogliamo trasparenza. E la pretendiamo subito.
Come rappresentanze sindacali, diciamo con forza che questa ambiguità non è più tollerabile. I lavoratori e le lavoratrici hanno il diritto di sapere che direzione sta prendendo l’azienda, quali sono
le intenzioni del management e come verranno tutelate le persone in un eventuale scenario di trasformazione o cessione.
Non staremo a guardare.
La pazienza ha un limite. Le persone sono il cuore di questa azienda, non l’ultima voce in fondo a un discorso generico. E se non arriveranno risposte, saremo pronti ad attivarci con ogni mezzo a
nostra disposizione per difendere dignità, lavoro e futuro.
Questo è il momento della verità. E Digit’Ed non può più nascondersi.
Le OOSS Digit’Ed