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In data odierna è stata pubblicata la sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha definitivamente rigettato l’appello proposto da Dirpubblica e confermata la sentenza impugnata, ribadendo la carenza di legittimazione attiva e di interesse ad agire già stigmatizzata dal TAR del Lazio.

Si chiude positivamente una brutta pagina apertasi subito dopo l’approvazione della legge 225/2016 che sanciva l’istituzione dell’Ente pubblico economico Agenzia delle entrate-Riscossione.

Il presupposto dell’azione di Dirpubblica, avviata a maggio 2017, si basava sulla illegittimità costituzionale del passaggio dei dipendenti da Equitalia SpA ad Agenzia delle entrate-Riscossione “senza soluzione di continuità” ossia senza effettuare un concorso pubblico, non tenendo in considerazione la natura privatistica di tale rapporto di lavoro.

Dirpubblica metteva inoltre in discussione la stessa validità della trasformazione di Equitalia in Ente pubblico economico e chiedeva che non fossero effettuate le procedure di legge propedeutiche all’avvio della riforma, con un’azione irresponsabile che avrebbe potuto causare un grave danno alle lavoratrici ed ai lavoratori.

Il Consiglio di Stato ha confermato la mancanza di legittimazione attiva della ricorrente rispetto alla vicenda che ha interessato la trasformazione, per disposizione di legge, di Equitalia SpA dichiarando che “Dirpubblica (Federazione del pubblico impiego) svolge la propria attività sindacale, come dalla stessa affermato, nell’ambito dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni”.

Il Consiglio di Stato afferma puntualmente che “gli enti pubblici ed i loro dipendenti non sono ricompresi tra le amministrazioni pubbliche” e quindi la Dirpubblica non può essere titolare di alcun interesse legittimo nella vicenda, non rappresentando i dipendenti, privati, dell’Ente pubblico economico Agenzia delle entrate-Riscossione.

Queste Organizzazioni sindacali, che si sono battute con ogni mezzo ed ogni iniziativa, affinché la riforma della riscossione non penalizzasse le lavoratrici ed i lavoratori e si sono anche fin da subito costituite “ad opponendum” per sostenere l’infondatezza dell’iniziativa di Dirpubblica ed assicurare la migliore tutela, oggi esprimono grande soddisfazione per questa sentenza definitiva che mette fine all’infondato, ma pericoloso tentativo volto a pregiudicare addirittura la garanzia del posto di lavoro.

Comunicato unitario delle Segreterie Nazionali 

Sentenza del Consiglio di Stato

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